lunedì 30 settembre 2013

ANELLO DEL CATINACCIO DAL RIFUGIO FRONZA AL RIFUGIO FRONZA AGOSTO 2013 1 TAPPA DAL RIFUGIO FRONZA AL RIFUGIO GARDECCIA ATTRAVERSO LA FERRATA DEL PASSO SATNER

PANORAMICA SULLA PARETE DEL SATNER
 Indubbiamente non ci sono parole per commentare lo scenario che per quattro giorni ha accompagnato il nostro cammino,ma e' anche vero,che soggettivamente per me,il Catinaccio ha mostrato i miei limiti su certi cammini e rimango fermamente convinta che in certi ambienti per affrontare determinate imprese bisogna(come sempre ho fatto) avvalersi delle guide alpine locali.


DALLA PARETE DEL SATNER PANORAMICA SULLA VALLATA SOTTOSTANTE
Non me ne voglia di cio che dico il mio compagno di avventura e le altre due amiche,ma sicuramente una Guida Alpina mi avrebbe sconsigliato di affrontare la ferrata del PASSO SATNER poiche' in alcuni punti sono stata notevolmente in difficolta' causa la mia corporatura(gambe e braccie non abbastanza lunghe)non adatta ad una simile ferrata.
VERSO LA VALLE DI TIRES

LE PARETI INCOMBONO

INIZIO FERRATA

LUNGO IL SENTIERO

Ancora oggi,a distanza di quasi 2 mesi,risento delle conseguenze di quell'eccessivo sforzo fisico;di ferrate e ghiacciai ne avevo fatte tante,sempre con l'ausilio delle guide,e ne conservo dei ricordi bellissimi come quella del Brenta e dellìIdeale,mentre di questa purtroppo niente.
Dico purtroppo perche' io ho cercato e creato i miei percorsi per ricavarne sensazioni e accrescimenti dell'anima accompagnata dalla mia fedele compagna Nikon con la quale mi balocco nel cogliere attimi sublimi che solo la montagna puo' dare,ma da questa avventura addirittura per un attimo,durato troppo,ho temuto che quelle pareti non sarebbero piu' state scrigno della mia pace interiore.
INIZIA IL TRATTO PRIVO DI AUSILII

SILENE

PASSAGGI DI 1 E 2 GRADO PRIVO DI APPIGLI

TRA UN PASSAGGIO ED UN ALTRO

ANGELO

CARLA E GIANNA
Non sono stata in grado di cogliere alcuna emozione e prima terminva quell'avventura e meglio stavo dal punto di vista psicologico:ho chiesto,ripeto,troppo al mio corpo che per fortuna ha tenuto fino all'ultimo e di cio' devo ringraziare l'educazione ricevuta nel percorrere da 30 anni i sentieri che hanno fortificato la mia mente.
LUNGO LA VIA FERRATA

PANORAMICA 

PASSAGGIO DI 1 GRADO NON MOLTO ADATTO A CHI E' DI GAMBA CORTA,QUALCHE APPOGGIO IN PIU' SAREBBE NECESSARIO

GRUPPO SATNER

SOPRA IL TRATTO DEL NEVAIO DA AFFRONTARE ASSOLUTAMENTE IN SALITA
Quando si rientra a casa da un'escursione non conta l'impresa ma il piacere e il benessere che si ricava:di fronte al mare e alla montagna dobbiamo essere umili e saper riconoscere i propri limiti,sono loro che dettano le leggi e noi le dobbiamo osservare.
VERSO IL PASSO CORONELLE
Secondo la mia esperienza,la Ferrata del Satner potrebbe rivelarsi meno pericolosa, se i diversi punti esposti,i varii camini,lo stesso ftratto di nevaio,fossero maggiormente attrezzati,altrimenti segnalare la difficolta' nel caso si affronti senza guide locali e non si abbiano ottime doti fisiche.
Rileggendo varie recensioni,ho appurato che questa ferrata,ritenuta abbastanza facile,diverse volte ha tributato vittime,a causa delle sue insidie nascoste e catalogata come fattibile.
PASSO SATNER

SI RIFOCILLA

SI DISSUADE LA COPPIA SCENDERE;LA VIA FERRATA IN DISCESA NON E' CONSIGLIATA SOPRATTUTTO PRIVI DI IMBRACATURA

DAL PASSO SATNER VERSO IL RIFUGIO CARLO ALBERTO
Infatti,giunti al Passo abbiamo trovato una coppia di ragazzi che incautamente si stava apprestando a percorrerla in discesa,senza nemmeno avere l'imbragatura:li abbiamo dissuasi ma loro stessi era stati consigliati dal gestore del rifugio sottostante a effettuarla tranquillamente in discesa.....
DONNA CARLA

DAFNE

DAL VAIOLET LO SGUARDO VOLA

SUGGESTIVA NUVOLA

BONTA'

RIFUGIO PREIUSS
.
Un altro aspetto negativo di questa avventura e' stata la pessima qualita' dei rifugi in quota:sembrava quasi fare loro un dispetto nel chiedere le cose e se cercavi una spiegazione,neanche ti rispondevano e l'impossibilita' di dialogare dal momento che spesso tra loro si parlano in tedesco e tutto e' scritto in tedesco.
POCO DOPO IL RIFUGIO FRONZA
Comunque rimane di per se un trek entusiasmante ma volendo si puo' giungere al passo,aggirando la parete del Satner attraverso il Passo del Coronelle e risalire il vallone del Vajolet:la salita e' ripida,richiede un notevole sforzo fisico ma non presenta alcuna difficolta tecnica:in alcuni punti il sentiero e' attrezzato,ma non vi sono problemi.
SI RIPARTE;SONO PASSATE 3 ORE E 30 MINUTI DALLA PARTENZA
 Dal Rifugio Fronza all'attacco della via ferrata c'e' quasi un'ora di cammino abbastanza agevole considerando che subito dopo lasciato il rifugio,attacca una breve via attrezzata ma facilmente effettuabile senza l'imbracatura che invece e' ASSOLUTAMENTE NECESSARIA ALL'INIZIO DELLA FERRATA.
 La via ferrata viene data in 2 ore ma noi abbiamo impiegato 2 ore e 45 minuti a causa dei scarsi punti di appoggio,degli ardui passaggi negli stretti camini,avendo zaini ingombranti,e l'enorme difficolta' nel tratto di nevaio a causa della scivolosita' delle rocce che avevano un punto di appoggio minimo.
ARRAMPICATA FACILE
Una volta giunti al Passo e aver dedicato il giusto riposo al corpo e alla mente,inizia la lunga discesa che in un paio d'ore portera' dapprima al Vayolet e poi al Gardeccia dove e' terminata la prima tappa di questi 4 giorni intorno al gruppo del Catinaccio.
La discesa,inizialmente avviene su sentiero ghiaioso in moderata pendenza e in 10 minuti si arriva al Rifugio Carlo Alberto con il maestoso spettacolo delle Torri del Vayolet di fronte e da qui fino al Vaiolet il cammino prosegue attraverso salti rocciosi ma attrezzati ma non presentano difficolta se non la forte pendenza,smorzata pero' dagli scenari superbi con le cime che quasi sembrano abbracciare.
LUNGO IL SENTIERO DAL PASSO AL CARLO ALBERTO

LE MAESTOSE TORRI DEL VAIOLET E IL RIFUGIO

PANORAMICA SULLA VALLE DI TIRES

SILENE

Sono trascorsi piu' di 45 minuti da quando abbiamo lasciato il Carlo Alberto ed eccoci al Vayolet,dove restituiamo l'imbracatura e ripartiamo alla volta del Gardeccia lungo un ripido stradello forestale e in 20 minuti arriviamo!!!

SI SCENDE


LUNGO IL SENTIERO ROCCIOSO CHE DAL CARLO ALBERTO CONDUCE AL VAYOLET

PASSAGGI ATTREZZATI
Dalla partenza dal Fronza(ore 13.30) sono trascorse in tutto,comprese le soste,6 ore e ci becchiamo pure la ramanzina del Gestore,infastidito da un teorico ritardo!!!!Peccato che noi erano diverse ore che provevamo a chiamare per avvertire del ritardo,ma loro NON RISPONDONO PER ABITUDINE AL TELEFONO..SOLO VIA EMAIL..SFIDO CHIUNQUE IN PARETE A MANDARE UN EMAIL...SONO PEGGIORATI GLI ALTOTESINI...STA A VEDERE CHE RIVALUTIAMO I NOSTRI RIFUGI DELL'APPENNINO?????
ARRIVATE AL PASSO......

E ANCHE LEI CON NOI.....
Concludo pensando che la giornata iniziata alle 03 di mattina con partenza da Ravenna,treno fino a Bologna,auto fino al Fronza si e' conclusa dopo 14 ore di cui diverse tribolate ma alla fine dei conti gli occhi sono in vantaggio..
LA SECONDA TAPPA CI VEDRA' PARTIRE DAL GARDECCIA E GIUNGERE IN VAL DONA,UN ANGOLO IRREALE,FIABESCO DOVE ANCORA L'UOMO NON E' ARRIVATO...SPERIAMO CHE NON GIUNGA MAI....

CON LA PIADA ROMAGNOLA,LA FATICA E LA TENSIONE SI SMORZANO

sabato 28 settembre 2013

ANELLO TABURRI DI FELLICAROLO 23/Settembre /2013

Dopo l'esperienza non proprio entusiasmante del trek sul Gruppo Catinaccio-Trentino che per un attimo aveva messo in discussione l'amore per le mie vette,il calpestio su un terreno più amico come l'Appennino Tosco-Emiliano,mi ha riconciliato con il mio mondo!!!!
Indubbiamente lo scenario del Catinaccio e' superbo soprattutto al sorgere e all'imbrunire del giorno,quando la roccia si illumina di un rosa che solo Madre Natura e' in grado di mostrare,ma l'austerita' e l'asprezza delle sue cime,la rendono inquietante e trasmettono,almeno a me,un senso di impotenza nel valicare i suoi tormentati ghiaioni e le sue aspre pareti..
Non a caso,non ho pubblicato nemmeno un articolo su questa avventura...spero che venga la voglia di farlo anche per chi ha condiviso questa avventura e mostrare le bellezze di quel gruppo.
Tornando al nostro Appennino,ancora una volta siamo stati graziati dal tempo che e' stato meraviglioso e per tutto il giorno la volta celeste non si' ombrata, neppure nell'ora fatidica della Marisa,che per anni ha sostenuto che tanto alle 14 il cielo si sarebbe oscurato,per poi tornare sereno.
MONTE SERRUCA

PANORAMA SUL MONTE CIMONE

DONNA GIANNA E DONNA CARLA

SULL'ESILE FILO DI CRINALE VERSO LE 00 DEL TRATTO APPENNINICO CIMONE LIBRO APERTO
E se l'inverno scorso il nostro cammino era stato caratterizzato dalla scaramogia(poltiglia di neve mista a fango che rende nulle le possibilita di frenata),quest'anno Donna Carla ha parlato di squarigi(temibili scrosci d'acqua che logicamente nemmeno un Gore Tex della Nasa,terrebbe)....speriamo bene....intanto come primo trek d'apertura non possiamo che dire"TROPPA GRAZIA SANT'ANTONIO"!!!!!!!!
ZOOMMATA SUL VACCINETUM DELLA VALLE DEL FELLICAROLO

BACCHE DI MIRTILLO NERO

VERSO LO 00

CARLINE TRA I MIRTILLI NERI
A causa delle scarse precipitazioni,le mie amiche non hanno trovato nemmeno un fungo D.O.C e nemmeno il funghetto spia,indice di presenza del porcino,ma in compenso si sono gettate a capofitto sulla raccolta delle bacche di mirtillo nero e non contente se ne sono comprate 2 kg a testa all'azienda del Mozzarelli(famoso per tale attivita').
Comunque lo spettacolo del vaccinetum con il sole e' un qualcosa di impagabile,sopratutto se contrasta con il verde dei prati e degli alberi e in poche parti avevo visto un siffatto spettacolo.
La zona dei Taburri di Fellicarolo merita piu di un escursione dal momento che e' adagiata nella conca glaciale che abbraccia il tratto di crinale che va dal Monte Cimone alla Doganaccia spingendosi fino al crinale della Nuda del Corno ed e' caratterizzata anche dalla presenza delle Cascate del Doccione che pero' meritano una visita a parte.
Ai Taburri merita una sosta anche per visitare i caratteristici edifici costruiti con macigno appenninico e ricoperti con le "PIAGNE"tegole di pietre ricavate dalle spaccature naturali della roccia di origine sedimentaria
RIFUGIO TABURRI

PUBBLICITA PER IL RIFUGIO
QUASI IN CIMA
 Tutto il percorso si presenta facile ad eccezzione dell'ultimo tratto che prevede l'ascesa alla Cima del Libro Aperto dal momento che bisogna arrampicare  a mani nude l'antecima del Libro Aperto,MONTE ROTONDO,e poi con l'ausilio di una catena di metallo,larrampicarsi sotto la vetta...io,per fortuna ho le ANGELE CUSTODI,altrimenti si puo' ovviare percorrendo il tratto di mezzacosta sotto la conca del Libro Aperto.
Non ci sono differenze di tempi di percorrenza,dal momento che il primo sentiero richiede una maggiore attenzione per la sua esposizione:sono belli entrambi
VERSO L'ANTECIMA DEL LIBRO APERTO,IN BASSO CORRE IL SENTIERO CHE AGGIRA LA DIFFICOLTA

VERSO LA CIMA
 DATI TECNICI
LUNGHEZZA PERCORSO=KM 10
DISLIVELLO SALITA=735 MT
TEMPO EFFETTIVO DI PERCORSO=3,56 MINUTI
SENTIERI PERCORSI=433,OO,431
TEMPO COMPLESSIVO CON LE SOSTE=5,15 MINUTI
GIUDIZIO DELL'ASCESA=FINO ALLA CIMA,L'ASCESA PRESENTA UNA PENDENZA DEL 18%,MA SINCERAMENTE COME FATICA NON SI AVVERTE PERCHE' E' COSTANTE E IL TERRENO E' PULITO.
                                                DESCRIZIONE PERCORSO
Come gia' detto, il percorso seppure abbia 730 mt di dislivello in salita che si dipanano lungo i 4 km del sentiero, risulta essere piacevole anche perche',a parte il primo e ultimo tratto,il percorso si snoda su superbi panorami che smorzano notevolmente la salita.
Lasciata la macchina al parcheggio del rifugio,si imbocca la strada in salita,tralasciando sulla dx la deviazione per le CASCATE DEL DOCCIONE,e poco dopo troviamo la segnaletica che indica il nostro sentiero sulla dx(433)e scendiamo per attraversare il torrente aiutate da una passarella che permette il guado sicuro e quasi subito,lasciamo lo stradello per piegare decisamente a sx(troviamo un cartello di legno indicante M.te Seruca) all'interno della faggeta e da qui l'ascesa sara' sempre costante ma non eccessivamente faticosa anche perche' il cammino e' allietato da una fitta faggeta che segue la dorsale che conduce al LIBRO APERTO.Il sentiero prosegue in faggeta per circa 300 mt di dislivello e dopo 45 minuti si esce sulla cima boscosa del M.te Seruca ma poco dopo la vegetazione lascia lospazio ad una visuale che abbraccia un notevole arco di crinale e sulle valli sottostanti.
MONTE SERUCA:SONO PASSATI 45 MINUTI


DONNA CARLA BIONICA
 Su questo tratto di crinale si notano faggi secolari inusuali per la quota ma essendo esposti all'intemperie,le loro sagome sono contorte con rami mutilati e privi di foglie,alcuni di loro sembrano totem.
Usciti dal bosco,difronte a noi ci si mostra il Pizzo dei Sassi Bianchi e dopo averlo asceso,si ridiscende per un breve tratto per iniziare poi la salita alla sella del crinale che sembra tanto vicino ma in effetti come tempo effettivo da qui mancano ancora circa 40 minuti,senza contare le dovute soste per ammirare sicuramente lo spettacolo piu' bello del crinale
estasiate

SI VA A MIRTILLI

ECCOLI!!!!
Si prosegue sempre lungo al dorsale e numerose sono le tracce dei vari fuori sentiero ma noi proseguiamo tranquillamente lungo il 433 che lo lasceremo solo all'incrocio dell sella di crinale proveniente dal crinale CIMONE LAGONI
NO COMMENT SU ME MEDESIMA

DALLA CINTOLA IN GIU' TUTTO EL VEDRAI..DAL LIBRO ALLA NUDA DEL CORNO

FOGLIA DI MIRTILLO NERO

BIVIO SENTIERO 431
.Sulla sella  il panorama si estende verso il crinale dell'Abetone,Giovo,Rondinaio,mentre sulla dx appare la sagoma del giante addormentato del CUSNA,mentre dietro spuntano le aguzze vette delle Apuane con l'Altissimo sempre visibile
E SI SALE


PANORAMA DALLA SELLA
 Come gia detto,alla sella si puo' optare sia per il tratto piu difficile,oppure tranquillamente aggirare la difficolta e fare il tratto a mezzacosta.
Effettuato il meritato riposo,inizia la discesa lungo lo 00 verso il Corno e il primo tratto che scende lungo il Cervinara e' notevolmente ripido e bisogna prestare un minimo di attenzione e dopo circa 1 km e mezzo troviamo il bivio del sentiero 431 che attraverso vasti mirtilleti ci riconduce sotto il Pizzo e all'incrocio del torrente,compiamo una curva sulla dx e(600 mt dall'inizio del sentiero) e dopo aver aggirato un costoncino sempre caratterizzato dai faggi secolari,si rientra in faggeta e in ascesa di circa 2 km si rientra sul tratto iniziale di sentiero,dopo aver attraversato un'avveniristica passarella sul torrente.
Dall'inizio della discesa abbiamo percorso circa 5 km e il sentiero seppur ripido non ha presentato difficolta'.
SCELTA DELLA SOSTA

VERSO IL CIMONE

MA CHE FA????

E DOVE VA????

CARLA E LO 00


TAPPETO DI MUSCHIO

GIANNA E IL CRINALE




GUADO SUL TORRENTE DOCCIONE

SENTIERO 433 IN FAGGETA SIAMO ALL'INIZIO

OMBRE IN FAGGETA
 
ECCOLE

CI SIAMO
NON POTEVI MANCARE
GIOCHI DI COLORI SULLA VALLE

GNAM GNAM..
....

Anello Tre Cime di Monteferrato

SENTIERO 412 MONTE FERRATO SI SALE E LA GISI 2.0 BRONTOLA IL GIUSTO SUL SENTIERO 412 LE ROCCE DEL SENTIERO GISI 2.0 LE OLIVETE DI FIGLINE PR...