Maria all'inizio del sentiero 527.
DATI TECNICI
LUNGHEZZA=14 KM
DISLIVELLO=600 MT
SENTIERI PERCORSI=527,CRINALE VALDOSERA,537
TEMPO IMPIEGATO(ESCLUSO SOSTE) =3 ORE E 43 MINUTI CON L'AGGIUNTA DI 3 ORE DI SOSTA.
Abbiamo ripreso il treno delle 17,09.
Lo stradello lascia presto il posto al sentiero e si addentra nel bosco
sul sentiero 527
Panorami sulla valle di Campigno e sullo sfondo la zona del Lavane
Fabiola alle prese con la roccia di arenaria
Nel caso si intraprenda l'escursione facendo uso del treno,per trovare l'inizio del sentiero 527,bisogna scendere sulla statale e proseguire tornando brevemente indietro e giunti al ponte ,girare a sx per dirigersi verso il campo sportivo e il palazzetto.
Sulla sx inizia il sentiero lungo uno stradello che si addentra dentro al bosco costeggiando un crinalino di arenaria.
Inizialmente la pendenza e' moderata e solo un tratto presenta una salita piu' decisa e scivolosa nel caso si abbiano avuto piogge recenti.
Comunque il percorso non presenta mai alcuna difficolta' e per un lungo tratto avra' una panoramicita'assoluta sulla valle di Campigno(sx) e a dx sulla zona dei Prati Piani e crinale di Palazzuolo.
Ufficialmente il sentiero 527 quando giunge nella zona dei Pianacci(cartello di riserva di caccia)prosegue il suo cammino scendendo sulla dx,mentre noi abbiamo proseguito sempre in salita sulla sx e in breve siamo giunti sul crinale di Poggio Valdosera che si affaccia sulla sottostante Valle di Campigno con difronte il crinale della Colla.
CRINALI TOSCO ROMAGNOLI |
Foglie di orniello
Qui il sentiero riprende a salire ma ormai il grosso della salita e' stato effettuato
Comunque tornando al giro,come detto il sentiero segue un lungo tratto dentro al bosco avendo sulla sx il crinale di arenaria e dopo circa 4 km inizia il sentiero panoramico rivolto quasi sempre sulla valle di Campigno.
A fare da padrona sul sentiero ancora una volta la roccia friabile dell'arenaria che conferisce all'ambiente un qualcosa di particolare e affascinante e la stessa vegetazione cresce creando giochi di colore particolari.
La vegetazione e' rada e prostrata dall'azione dei venti e piccoli arbusti si ergono da questa roccia grigio chiara in contrasto alla flora assai abbondante.
Il gruppetto accoglie Fabiola e Maria
Maria socializza con un gruppo di bikers
Fabiola,grande rivelazione dell'anno,,rinuncia al mare per compiere queste escursioni...e' un caposaldo del trekking
Le foglie di giunco stanno a testimoniare la presenza di ampolle di acqua |
Il sentiero e' sempre ben segnato e non vi sono difficolta' di orientamento.
Al termine della salita,il sentiero attraversa una stupenda radura sulla valle di Campigno e riprende nuovamente l'ascesa senza pero' pendenze eccessive.
Giunti sulle pendici del M.te Carnevalone(cosi' chiamato perche' un tempo vi si tenevano le feste campestri),laddove compaiono i cartelli dell'azienda Pianacci,noi abbiamo lasciato il sentiero che scende e abbiamo proseguito lungo la salita a sx risalendo le pendici del crinale di Valdosera.
Siamo a quota 912 mt e abbiamo percorso 4,75 km in 2 ore comprensive di diverse soste complici i vasti,come gia' detto,panorami.
Panorami da Poggio Valdosera:qui siamo sui crinali di Marradi
Maria che indica a Carla la direzione
Le immagini sopra questa descrizione testimoniano l'incredibile bellezza di questa zona nonostante non si raggiungano quote elevate:sulla sx sono visibili le Balze della Cornacchiaia,un crinale che unisce il M.te Lavane al Passo dell'Eremo Marradi attraverso le Bocchette del Vento.
Camminiamo per quasi 2 km su questo pavimento di galestro ingentilito dalla ginestra e da fiori variegati dove gli insetti danzano e si adagiano nel grande mistero dell'impollinazione.
Qui noi abbiamo sostato quasi un'ora favoriti dalla presenza di un piavevole venticello che ci ha accompagnato durante l'escursione.
Siamo a Poggio alla Frasca:inizia la discesa su Crespino:da qui a Crespino stazione ci sono 6 km in discesa.
Attraversamento torrente
Il sambuco di Valcoreta:qui Fabiola si 'e' fatta fotografare in 10000000 poseeeeee
Dopo il pianoro di Valcoreto,ritroviamo la roccia di arenaria
Dopo 2 km di panoramicita',il sentiero entra nel bosco mantenendosi in piano e ne camminiamo altri 2 km fino a che non ritroviamo i segnavia del CAI.
Siamo a Poggio alla Frasca e troviamo sulla sx il sentiero che sale da Farfalleta,mentre davanti abbiamo quello che prosegue per gli Ortacci,noi invece andiamo a dx sul 537 inizialmente di pessima percorribilita' causa alberi sdradicati dagli ultimi eventi atmosferici.
Ci siamo pero' accorti che se avessimo proseguito per altri 100 mt avremmo trovato una pista che scende ugualmente e va a ricongiungersi al sentiero.
Man mano che scendiamo,il sentiero si fa pulito e il faggio lascia il posto alla tipica vegetazione del castagno e dopo poco giungiamo in Valcoreta stupendo pianoro affacciato sulla valle di Crespino.
Quando arriviamo nei pressi di una fonte(sx) praticamente siamo alle porte di Crespino e di nuovo le rocce di arenaria accompagnano il nostro ultimo cammino.
Passato il cancello il sentiero entra sulla dx e camminiamo su un basamento che lambisce le acque del Lamone:questa e' la nostra spiaggia.
Dal bivio del 537 a qui abbiamo camminato per altri 4 km con un tempo inferiore ad un'ora.
La sosta e' rigeneratrice e piacevole;riprendiamo il nostro cammino e passato l'arco della ferrovia,sulla nostra dx fermiamoci ad ammirare la cascata del Lamone.
Il sentiero attraversa il fiume,piacevolmente abitato da anatre e germani,passa a fianco di una fontana e termina come si suol dire la sua corsa alle prime case di Crespino.
Ci aspetta ora l'ultimo km per arrivare alla stazione e ci deliziamo con una buona piadina allo Chalet del paese.
Il tempo si e' fermato:il fiume rappresentava la vacanza dell'italiano.
Le cascate del fiume che si incontrano dopo aver passato l'arco del sottopasso della ferrovia
Presenze sul fiume Lamone